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Esperienza grandiosa, grazie Trident!
Mi limito per ora a pochi flash. Non mi esprimo in modo tecnico perché la mia attenzione era orientata a godermi il test più che a conoscere cosa lo rendeva possibile. Sarò più preciso quando mi saranno spediti i dati.
Allora, c'è una stanza dedicata con 3 maxi teli da cinema su cui vengono proiettate le immagini. Il posto guida è il telaio piantato contro le gomme da Coletti a Spa nel 2009. Cosa interessante: anche volante e pedaliera sono quelli originali. Il telaio è supportato da 4 martinetti che trasmettono le varie sensazioni di guida al pilota. Divisa da un vetro c'è l'adiacente sala da cui si gestisce il tutto. Lì l'ingegnere m'ha mostrato la telemetria di un pilota preso come riferimento, stampato il circuito (Barcellona, versione rFactor) e studiate le marce ed i punti di staccata. Quindi si sale in macchina e si prova il posto guida. Dimenticavo: uso le scarpette di un pilota perché senza, mi dice, non è immaginabile gestire la frenata. Primo round con benzina per 6 giri, assetto di riferimento quello usato sempre dallo stesso pilota col quale ha segnato un 1.27 e qualcosa. Buona notizia: frizione automatica, quindi esco dai box, stacco limitatore (ci sono anche altri pulsanti tra cui ricordo quello per il bilanciamento della frenata, ma evito di prendere in considerazione altro che non sia lo stare in pista...) e dopo poche curve mi rendo con di aver cannato il sedile visto che la rotazione del volante, superiore a quella che ritenevo necessaria, mi fa toccare le gambe con le mani. Continuo pensando al sacrificato Berger degli anni McLaren (evito mentalmente il riferimento a Senna in Williams). I primi giri sono difficili, traiettorie improvvisate, frenate pressapochiste, un paio di testa coda legati a scordolate, insomma, non va bene. Dimenticavo: ho una cuffia con microfono col quale comunico con l'ingegnere. Tempo sull'1.37. Sosta con modifica radicale del sedile e un'indicazione fondamentale su come gestire la visuale. Riparto e le cose vanno decisamente meglio, riesco a girare bene il volante e a seguire traiettorie corrette. Arrivo a 1.34. Pausa e studio telemetria. I punti di staccata sono corretti, anticipo max 20 metri quella del pilota vero, ma... freno a patata, dice l'ingegnere! Che significa? Significa che invece di dare una mazzata al pedale creando un picco di decelerazione e successivo calo, freno e tengo per troppo tempo. Graficamente è la differenza tra una punta che poi scende e una salita con altopiano e successiva discesa, una patata appunto. E lì sta la cosa che più mi ha impressionato: il pedale del freno ha corsa ridottissima e al momento della frenata va letteralmente violentato, salvo poi modulare fin dentro la curva. Questo è il "segreto" per gestire inserimento e traiettoria. Altro round da 6 giri, cerco di mettere in pratica e via altri 2 secondi. L'ingegnere è molto contento, io pure. Mi dice che dobbiamo fare il botto con target a 1.30.2 / 1.30.2. Ci crediamo. Studiamo ancora la telemetria. Ora c'è da sistemare il passaggio da freno ad acceleratore, e da capire come fare la chicane finale, dove salto come un grillo perdendo parecchio. Altro round, concentrazione massima, cerco di governarmi seguendo le indicazioni dell'ingegnere e... obiettivo centrato, 1.30.2! Madido di sudore (perché si fa una fatica boia, altro che) ma super soddisfatto. Ora, si tratta di un simulatore per cui giocoforza è realtà virtuale (spiegherò le sensazioni di guida più avanti) ma sta di fatto che la tecnica di guida è quella che devono usare i piloti, tutti i piloti. La taratura è precisa al metro, nel senso che punti di frenata, angoli di sterzo, molle ecc. corrispondono esattamente a quelle reali. Quindi il riferimento è alla realtà non del simulatore ma della pista. Ragazzi, che emozione sentirsi ed essere trattati da "piloti" 
Edited by piket - 15/11/2013, 23:30
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