Luciano Pavesi

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    Nella notte di venerdì 17 ottobre, dopo una veloce malattia, è mancato Luciano Pavesi.

    Luciano era una persona di spicco dell'ambiente motoristico italiano, partecipò a diversi campionati italiani di F3, quando la F3 era davvero una fucina di campioni.

    Si è sempre autoassistito la sua vettura, sempre preparata con puntiglio anche nei particolari più insignificanti; e i lavori venivano effettuati sempre dopo l'orario di chiusura della autorimessa che gestiva a Milano, in via Ariberto.

    Nel 1975 al volante della sua amata Brabham BT41 prima e di una March 753 che gli acquistò lo sponsor Concord (l'ing. Braito, che aiutò parecchi piloti italiani di quel periodo tramite la scuderia Ala d'Oro, tra gli altri Giovannino Salvati) vinse il Campionato Italiano di F3.

    La vittoria nel Campionato convinse Braito ad acquistare una F2, una Ralt RT1 fiammante che Luciano stesso avrebbe preparato; l'accordo fu che Braito avrebbe acquistato e sarebbe rimasto il proprietario del telaio, Luciano avrebbe pensato al costo del motore, un Brian Hart, e con un milione a gara avrebbe dovuto stare dentro a tutto il resto delle spese. Altro mondo...e Luciano, oltre a riuscire nell'impresa, fece anche una fenomenale pole position al trofeo Santamonica del 1976, a Misano! Inoltre fece sempre delle ottime qualifiche, garantendosi sempre partenze nelle prime file.

    Si cementò così la collaborazione con Ron Tauranac, dei cui telai Ralt Luciano divenne importatore e agente per l'Italia fino al 1982, continuando però ad adoperare vetture di quella marca fino al 1988 con la F.3000.

    Si perché Luciano, appeso il casco al chiodo, divenne uno dei migliori preparatori Italiani nell'ambiente delle formule cosiddette minori, facendo correre piloti del calibro di Baldi, Campominosi, Cappellotto, Martini, Voulaz, Capello, Sala: vinse l'europeo di F3 con Martini nel 1983 e sfiorò l'europeo di F3000 con Martini nell'86, a seguito di una stagione formidabile che vide il suo Team vincere cinque gare su undici, tre con Martini e due con Sala.

    Risultati ottenuti con un team di dimensioni ridottissime ma pieno di impegno e voglia agonistica, ma che divenne purtroppo, in un mondo che cominciava sempre più a guardare all'apparenza ( motorhome, addetti stampa e amenità del genere) che alla sostanza, fuori mercato.

    Passò gli ultimi anni sempre nella sua autorimessa di via Ariberto, trasformata in un officina per motocicli, nella quale si dedicava comunque con il medesimo impegno che lo aveva portato così in alto nell'automobilismo.

    Al suo funerale erano presenti tanti degli amici che nelle corse aveva, purtroppo devo notare che non è invece stata data notizia alcuna da parte della stampa: i giornalisti (perlomeno i presunti tali) abituati a scrivere sul giornale solo a seguito di mazzette non potevano trovare terreno fertile con una persona genuina come era Luciano.

    Riposa in pace caro Luciano, ci mancherai.
     
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