Alesi alla 500 miglia di Indianapolis 2012!

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  1. victrix
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    CITAZIONE (Albi66 @ 10/9/2011, 17:21)
    Ringrazio lo staff tecnico Ferrari ed in particolar modo l'ex Dt Costa per avere creato una vettura mediocre su tutte le piste.
    Fa "senso" sentire Montezemolo dire che "finalmente oggi c'è il clima giusto x le ns.gomme"(wow....possiamo sperare in 15 gg l'anno di dominio) .

    Per il resto,anche da quanto visto ieri dal vivo,RB su 2 binari,Mclaren vicine alle vetture austriache e Ferrari "ballerine".
    Impressionanti le Lotus ,Virgin ed HRT:alla prima variante staccavano 50 metri prima delle altre auto e quelle volte che hanno provato ad osare un po' di piu' sono regolarmente finite lunghe nella via di fuga.

    Nota sui piloti visti dall'Ascari:Massa e B.Senna non hanno MAI rifatto una volta la stessa traiettoria.

    Bellissimo il commento di Berger :
    Che ci va a fare a Indy uno che è bravo in staccata e sul bagnato?
     
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    CITAZIONE (victrix @ 28/9/2011, 13:38)
    Bellissimo il commento di Berger :
    Che ci va a fare a Indy uno che è bravo in staccata e sul bagnato?

    roftl
     
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  3. Duca Rouge
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    CITAZIONE (victrix @ 28/9/2011, 13:38) 
    Bellissimo il commento di Berger :
    Che ci va a fare a Indy uno che è bravo in staccata e sul bagnato?

    Geniale. :D
     
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  4. cq17
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    ma per caso Tony George ha una figlia?
    Mal che vada Jean può sempre guidare l'auto della sposa.... ;)
     
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  5. effe355
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    L'unico problema, e non glielo auguro proprio ovviamente, è che vada a farsi male.
    Perchè è vero che tutti ed io in primis abbiamo sempre spruzzato sulle gare nei tondi, ma è anche vero che per indy ci vogliono due palle così.
    Le volocità sono fuori da ogni logica, i muri inevitabili se sbagli, gli avversari affamati ed agressivi per una gara che vale un mondiale.
    Ed alesi, la in mezzo, lo vedo parecchio male.
     
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  6. Nohab-Polar
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    Ma non era lui che dava degli "idioti" e dei "piloti da circo" ai piloti di Virgin e Lotus che osavano tener dietro due-tre curve la Ferrari? E che figura pensa di farci lui (sperando non si faccia male...)?
     
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  7. Albi66
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    Francamente non capisco tutta questa acrimonia:2 anni fa ho sentito osanna da parte di tutti x la scelta "passionale" di Raikkonen di disputare i rally.

    Ora,implicitamente,si da del babbeo ad Alesi perche' decide di affrontare una sfida non da poco....
     
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  8. cq17
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    CITAZIONE (Albi66 @ 6/10/2011, 23:25) 
    Francamente non capisco tutta questa acrimonia:2 anni fa ho sentito osanna da parte di tutti x la scelta "passionale" di Raikkonen di disputare i rally.

    Ora,implicitamente,si da del babbeo ad Alesi perche' decide di affrontare una sfida non da poco....

    temo che le "esternazioni" tv di Alesi in questi anni abbiano avuto il loro peso nel giudicare la sua scelta...
     
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  9. V-tec73
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    CITAZIONE (Albi66 @ 6/10/2011, 23:25) 
    Francamente non capisco tutta questa acrimonia:2 anni fa ho sentito osanna da parte di tutti x la scelta "passionale" di Raikkonen di disputare i rally.

    Ora,implicitamente,si da del babbeo ad Alesi perche' decide di affrontare una sfida non da poco....

    volevo precisare che io non gli do del babbeo... la mia perplessità è dovuta semplicemente alla completa mancanza di esperienza di Jean sugli ovali (e non all'età... se non sbaglio Emmo ha vinto una 500 miglia quando era più anziano di Alesi).

    A 370 all'ora i muretti fanno male, tutto qui... se partecipa, riesce a qualificarsi e magari arriva pure ultimo va anche bene, rispetto la sua voglia di rimettersi in gioco.
     
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    Quanto accaduto ieri a Las Vegas forse spingerà Alesi a riconsiderare la sua scelta o, quantomeno, ad essere più consapevole del rischio enorme che andrà a prendersi. Alla sua età, fuori dal vertice da anni, totalmente rookie in un ambiente di per sé molto duro, muretti e reti che minacciano non tanto l'integrità fisica ma la vita, insomma, io vedo più follia che coraggio nel transalpino.
     
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  11. Albi66
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    CITAZIONE (piket @ 17/10/2011, 17:54) 
    Quanto accaduto ieri a Las Vegas forse spingerà Alesi a riconsiderare la sua scelta o, quantomeno, ad essere più consapevole del rischio enorme che andrà a prendersi. Alla sua età, fuori dal vertice da anni, totalmente rookie in un ambiente di per sé molto duro, muretti e reti che minacciano non tanto l'integrità fisica ma la vita, insomma, io vedo più follia che coraggio nel transalpino.

    Da padre,appoggio quanto da te scritto.
     
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    tra l'altro oggi Scheckter ha chiesto al figlio di riconsiderare il suo impegno in IRL, sostenendo che 'ci sono cose più importanti nella vita' ....io direi che questa è una normale reazione ad una tragedia, ma che chiunque partecipi ad una gara sappia perfettamente quali sono i rischi...da piccolo, nel '94, mio zio che mi ha trasmesso il virus delle gare, mi ha aiutato a passare il trauma della morte di Senna così (per me fu davvero terribile, piansi per delle settimane)...

    "It's difficult to race under such circumstances. It's a job and it can be pretty vicious at times. But there can be a lot of highs as well."

    Questo è quello che disse nel post Homestad 2006 il povero Dan, a proposito di Paul Dana morto durante la corsa.....sarà un pò cinico, ma non credo sia molto distante dalla realtà.
     
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    Secondo me il caso di Alesi è un po' diverso perché lui è stato un pilota, ma ora non lo è più, quantomeno nei termini richiesti da un impegno come quello che intende affrontare. Il rischio è insito nel motorsport, non è una novità. Chi corre ne è sì consapevole, ma più spesso semplicemente non ci pensa perché il livello di coinvolgimento e passione è infinitamente superiore alla paura di morire o di farsi male. Provate a parlare con un qualsiasi pilota di queste cose: vi risponderà con le solite frasi di circostanza; insistere per trovare un'emozione vera che esprima quella consapevolezza è totalmente inutile. Il sistema difensivo spontaneo è di pensare che gli incidenti brutti accadono solo agli altri. Senza questo atteggiamento spontaneo non sarebbero in grado di correre. Io credo che Alesi abbia già vissuto quel periodo della vita in cui la cosa più importante è correre, vincere, affermarsi e sono abbastanza convinto che abbia perso il modo di porsi di fronte alle corse e alla vita degli anni che furono. Magari sentirà la nostalgia delle passate emozioni e forse è quella la spinta decisiva. Ma secondo me non avrà più l'atteggiamento psicologico giusto. Non avesse staccato mai, come i grandi vecchi (Andretti, A.J. Foyt, Fittipaldi ecc.), sarebbe diverso, il filo emozionale non si sarebbe spezzato e lui magari sarebbe solo più saggio perché abituato a vivere in pericolo. Ma non è il suo caso. Insomma, non si tratta di un pilota attivo che prova una situazione nuova (dove altri, leggasi Piquet inter alios, hanno pagato lo scotto del noviziato). No, si tratta di un pilota sostanzialmente a riposo che decide di tornare per disputare se non la gara più pericolosa, quantomeno quella che statisticamente ha elevate probabilità di incidente. In sostanza, la scelta di Alesi, se fatta da un pilota, sarebbe comprensibile perché logica; fatta da lui, che pilota (in senso proprio) non lo è più, mi lascia scettico.
     
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  14. FrancoC
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    CITAZIONE (piket @ 18/10/2011, 09:03) 
    Secondo me il caso di Alesi è un po' diverso perché lui è stato un pilota, ma ora non lo è più, quantomeno nei termini richiesti da un impegno come quello che intende affrontare. Il rischio è insito nel motorsport, non è una novità. Chi corre ne è sì consapevole, ma più spesso semplicemente non ci pensa perché il livello di coinvolgimento e passione è infinitamente superiore alla paura di morire o di farsi male. Provate a parlare con un qualsiasi pilota di queste cose: vi risponderà con le solite frasi di circostanza; insistere per trovare un'emozione vera che esprima quella consapevolezza è totalmente inutile. Il sistema difensivo spontaneo è di pensare che gli incidenti brutti accadono solo agli altri. Senza questo atteggiamento spontaneo non sarebbero in grado di correre. Io credo che Alesi abbia già vissuto quel periodo della vita in cui la cosa più importante è correre, vincere, affermarsi e sono abbastanza convinto che abbia perso il modo di porsi di fronte alle corse e alla vita degli anni che furono. Magari sentirà la nostalgia delle passate emozioni e forse è quella la spinta decisiva. Ma secondo me non avrà più l'atteggiamento psicologico giusto. Non avesse staccato mai, come i grandi vecchi (Andretti, A.J. Foyt, Fittipaldi ecc.), sarebbe diverso, il filo emozionale non si sarebbe spezzato e lui magari sarebbe solo più saggio perché abituato a vivere in pericolo. Ma non è il suo caso. Insomma, non si tratta di un pilota attivo che prova una situazione nuova (dove altri, leggasi Piquet inter alios, hanno pagato lo scotto del noviziato). No, si tratta di un pilota sostanzialmente a riposo che decide di tornare per disputare se non la gara più pericolosa, quantomeno quella che statisticamente ha elevate probabilità di incidente. In sostanza, la scelta di Alesi, se fatta da un pilota, sarebbe comprensibile perché logica; fatta da lui, che pilota (in senso proprio) non lo è più, mi lascia scettico.

    Completamente d'accordo. :)
     
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  15. Giando74
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    CITAZIONE (FrancoC @ 18/10/2011, 09:26) 
    CITAZIONE (piket @ 18/10/2011, 09:03) 
    Secondo me il caso di Alesi è un po' diverso perché lui è stato un pilota, ma ora non lo è più, quantomeno nei termini richiesti da un impegno come quello che intende affrontare. Il rischio è insito nel motorsport, non è una novità. Chi corre ne è sì consapevole, ma più spesso semplicemente non ci pensa perché il livello di coinvolgimento e passione è infinitamente superiore alla paura di morire o di farsi male. Provate a parlare con un qualsiasi pilota di queste cose: vi risponderà con le solite frasi di circostanza; insistere per trovare un'emozione vera che esprima quella consapevolezza è totalmente inutile. Il sistema difensivo spontaneo è di pensare che gli incidenti brutti accadono solo agli altri. Senza questo atteggiamento spontaneo non sarebbero in grado di correre. Io credo che Alesi abbia già vissuto quel periodo della vita in cui la cosa più importante è correre, vincere, affermarsi e sono abbastanza convinto che abbia perso il modo di porsi di fronte alle corse e alla vita degli anni che furono. Magari sentirà la nostalgia delle passate emozioni e forse è quella la spinta decisiva. Ma secondo me non avrà più l'atteggiamento psicologico giusto. Non avesse staccato mai, come i grandi vecchi (Andretti, A.J. Foyt, Fittipaldi ecc.), sarebbe diverso, il filo emozionale non si sarebbe spezzato e lui magari sarebbe solo più saggio perché abituato a vivere in pericolo. Ma non è il suo caso. Insomma, non si tratta di un pilota attivo che prova una situazione nuova (dove altri, leggasi Piquet inter alios, hanno pagato lo scotto del noviziato). No, si tratta di un pilota sostanzialmente a riposo che decide di tornare per disputare se non la gara più pericolosa, quantomeno quella che statisticamente ha elevate probabilità di incidente. In sostanza, la scelta di Alesi, se fatta da un pilota, sarebbe comprensibile perché logica; fatta da lui, che pilota (in senso proprio) non lo è più, mi lascia scettico.

    Completamente d'accordo. :)

    Purtroppo devo dire che dopo quanto visto a Las Vegas... sull'onda della paura e per il bene che voglio a Jean... :( sono d'accordo.
     
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57 replies since 23/9/2011, 17:00   617 views
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